ARRIVANO LE PICCOLE – LA FOCUS ZONUKWA, OVVERO LA FAVOLA DEL BRUTTO ANATROCCOLO

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Davvero in questo caso non viene in mente metafora migliore per descrivere la metamorfosi di questa mountain bike. Nella configurazione originaria, infatti, era un piccolo sgorbietto sgraziato, di cui era davvero difficile trovare qualcosa di decente sotto il profilo estetico.

La taglia piccola di questa mountain bike, la rende adatta a chi ha una statura al di sotto del metro e settanta. Pensando all’attenzione che è stata necessaria per riuscire ad ottenere una mountain bike con un assetto corretto, il pensiero non può non andare a chi, avendo una tale statura, viene “generosamente” orientato dal negoziante di turno (ma anche dal ciclogiornalino online, o dagli amici “esperti”) verso l’acquisto di una 29”, che per taglie simili ha un assetto talmente ridicolo da far rimpiangere il triciclo. Per non parlare dell’inefficienza sotto il profilo della resa sui pedali, mortificata da una guida a busto alto, con manubrio all’altezza dei denti.

Dicevamo quindi dell’impegno richiesto per dare a questa mountain bike l’assetto corretto.

Come detto più volte, infatti, le geometrie di una mountain bike sono in parte fisse (il passo, l’angolo di sterzo, la lunghezza del carro posteriore e l’altezza del movimento centrale), mentre la maggior parte possono (anzi, devono) esser modificate in base alle caratteristiche antropometriche del biker, alle sue caratteristiche/capacità di guida, alla tipologia di percorsi e fondi stradali che prevalentemente affronterà, e in generale vanno adeguate a tutte le sue esigenze.

Per avere un’idea più chiara riguardo alle geometrie di una mountain bike, vi suggerisco di leggere quest’analisi sulle geometri delle mtb ieri e oggi pubblicata a suo tempo

Per il biker che ha richiesto questo allestimento, con statura 166cm e altezza cavallo 73cm, le caratteristiche di questa Focus erano di fatto perfette (orizzontale virtuale di 545mm e tubo “orizzontale” fortemente inclinato hanno consentito di cucirgliela addosso su misura).

Su queste pagine avete potuto vedere ormai molti allestimenti, ma vale la pena spiegare alcuni aspetti dello studio che precede la scelta della componentistica e quindi l’assemblaggio della mtb.

Più volte abbiamo parlato, ad esempio, dell’importanza del dislivello sella-manubrio, che chiaramente non può essere stabilito secondo delle quote fisse, ma va determinato in base alle caratteristiche antropometriche del biker. Analogo discorso vale per la distanza sella-manubrio che, unita al loro dislivello relativo, deve consentire al biker di assumere la postura più adatta per ottimizzare resa sui pedali e controllo del mezzo.

Nel nostro caso, quindi, si parte da considerazioni biomeccaniche (prendendo a riferimento le indicazioni date dalla medicina sportiva, che sono altro rispetto al biomeccanico appassionato di bici e carpentiere di professione fino al giorno prima, che dopo essersi preso due macchine e un software piazza ciclisti in sella con la stessa preparazione di Topo Gigio). Su questa base, si applicano delle valutazioni prettamente fisiche (intese come “di Fisica”), così da cucire su misura la mtb.

Nello specifico, per ottenere su questa Focus il corretto dislivello sella-manubrio (che in questo caso richiede che il manubrio si trovi 2cm al di sotto dell’altezza sella), abbiamo installato un attacco manubrio con angolo negativo di 30°, perchè altrimenti il manubrio sarebbe stato troppo alto, con estetica da triciclo ma soprattutto con guida a busto alto e fortissima penalizzazione sotto il profilo aerodinamico.

A breve pubblicherò un’analisi dedicata proprio all’aerodinamica della bicicletta, perchè le azioni dinamiche che ne derivano sono di enorme importanza. Basti pensare che in mountain bike, pedalando in piano a 25km/h su asfalto o sterrato ben battuto, la resistenza aerodinamica è pari a circa il 50% della resistenza complessiva al moto. Ma anche a 20km/h, velocità da passeggiata, quasi il 40% della resistenza è dato dalla componente aerodinamica.

Possiamo però già accennare qualcosa in tema di aerodinamica, relativamente a questa mtb. Nello specifico, vediamo cosa sarebbe successo se, invece di installare un attacco manubrio con elevato angolo negativo (che ha consentito di portare il manubrio alla giusta quota), avessimo installato il classico attacco standard con angolo di 6°. Il manubrio si sarebbe trovato 4cm più in alto, con conseguente posizione del busto più sollevata che avrebbe determinato un incremento della resistenza aerodinamica del 15%. Anche non considerando la minor resa sui pedali dovuta a una posizione di guida non ottimale (più si solleva il busto, e meno sarà possibile spingere orizzontalmente sui pedali per avere una pedalata rotonda; questo per una “semplice” questione di equilibrio tra forze, che un fisico o un ingegnere meccanico sono in grado di spiegare a tutti i preparatori atletici che volessero acquisire competenze in materia), vediamo quale sarà la penalizzazione dovuta a questo assetto errato.

Un incremento del 15% della resistenza aerodinamica fa si che, a parità di potenza erogata (ovvero, parlando come si mangia, a parità di fatica sui pedali), la velocità si riduca da 25 a 24km/h (in piano su fondo regolare). Oppure, se preferite, per viaggiare a 25km/h si deve erogare l’8% di potenza in più.

Se considerate che una mtb di 14kg, rispetto a una di 10kg, per andare a 25km/h richiede meno del 3% di potenza in più (o, a parità di potenza, rallenta di soli 0,3km/h), si capisce come l’assetto corretto della mtb (a costo zero) sia molto più importante della sua leggerezza (che invece ha un costo di… diversi zeri).

Ma avremo modo a breve di trattare approfonditamente l’aspetto aerodinamico, incredibilmente affascinante (è stato l’indirizzo del mio corso di laurea in ingegneria meccanica, e dell’attività di ricerca svolta successivamente sempre in ambito universitario). Per adesso invece lasciamo la parola alle immagini, e vediamo insieme cosa abbiamo “tirato fuori” da quel brutto anatroccolo che era inizialmente la Focus Zonukwa.

Buona visione

Stefano Tuveri – Stormo Bi(ke)plani

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