Quest’escursione ha voluto prendere a riferimento la linea ferroviaria FS, seguendo un percorso che, attraverso sterrate e stradine di campagna, ha toccato tutte le stazioni tra Assemini e Sanluri Stato.
Quest’itinerario, non presentando difficoltà tecniche e altimetriche, è particolarmente adatto, oltre che per gli appassionati di treni e ferrovie, per chi non disponga di grande allenamento e voglia fare una tranquilla passeggiata in bicicletta. Si presta inoltre a essere utilizzato come percorso di allenamento per chi sta rimettendosi in sella dopo un po’ di tempo (come nel caso di alcuni amici del gruppo).
La partenza è stata da Assemini, per poi raggiungere Decimomannu, dove si è unita una parte della banda che è arrivata lì in auto. La stazione successiva, lungo linea la Cagliari-Oristano, è quella di Villasor, ma noi abbiamo fatto una deviazione verso la stazione di Uta, così da poter raggiungere Villasor attraverso tranquilli sentieri di campagna (l’alternativa era pedalare lungo la statale che passa per l’aeroporto di Decimomannu, pericolosa e quindi scartata a priori).
Il primo (e, fortunatamente, unico) intoppo è stato quando, tra Decimoputzu e Villasor, abbiamo percorso l’argine del Rio Mannu (invece della comoda strada che correva dieci metri a fianco…), riempiendoci, noi e le bici, di fango argilloso che ci si è letteralmente incollato addosso).
Giunti alla stazione di Villasor, abbiamo ripulito le bici dal fango, attirando la curiosità del solito pensionato che non si perde un cantiere manco morto (e siccome, essendo domenica mattina, eravamo l’unico “cantiere di lavoro” nel raggio di cinquanta chilometri, si è “goduto” il nostro scrostamento-bici fino alla fine).
Abbiamo quindi proseguito in direzione Serramanna, lungo stradine che attraversano campi di carciofi che, in questa zona, si estendono a perdita d’occhio.
Le previsioni meteo, che davano venti forti da nord (e quindi contrari al nostro verso di marcia), si son rivelate esatte, e così il percorso pianeggiante è diventato faticoso quanto una salita di media pendenza.
Giunti alla stazione di Samassi, ci siamo resi conto di essere in ritardo sulla tabella di marcia, che prevedeva il rientro da San Gavino col treno delle 13. Così, dato che la stazione più vicina (Sanluri Stato) è stata chiusa da circa un anno, una parte del gruppo ha deciso di concludere qui il suo “viaggio”, approfittando per fare un “giro turistico” tra le vie di Samassi (concluso con l’inevitabile sosta al bar di fronte alla stazione).
A questo punto, ho proseguito da solo l’escursione, raggiungendo la stazione di Sanluri Stato e visitando il villaggio di campagna che sorge intorno. Difficilmente un territorio potrebbe trasmettere una sensazione maggiore di pace e serenità, con i suoi campi verdi, le sue fattorie e le mandrie al pascolo.
Sanluri Stato è stato il capolinea dell’escursione, da dove è poi iniziato il viaggio di rientro. L’itinerario è stato il medesimo dell’andata, passando per le stazioni FS fino ad Assemini, con l’unica variante consistita nell’evitare l’argine fangoso del fiume (errare umanum est…).
Alla fine di questo “viaggio ferroviario” attraverso il Campidano, il contachilometri ha segnato 98km, trascorsi in compagnia di un paesaggio di campagna che, tra prati verdi e mandorli in fiore, annuncia l’arrivo imminente della Primavera.
Considerazioni sull’escursione: si tratta di un itinerario adatto a tutti, in quanto se ne può variare la distanza in funzione della propria “gamba”. Presenta infatti il grande vantaggio di avere la linea FS sempre a portata di mano, il che consente di fermarsi alla prima stazione utile e rientrare in treno appena ci si senta stanchi. Per chi invece dispone di una buona forma fisica, quest’itinerario può essere usato per allenare la resistenza, in quanto è possibile arrivare, sempre attraverso tranquilli sentieri di campagna, fino alla stazione FS di Oristano (a circa 100km da Assemini) oppure, come fatto questa volta, si può rientrare in bici (invece che in treno) pedalando per un centinaio di chilometri.